Programma


Dal 12 al 19 agosto, sarà presente un punto informativo presso la Brasserie Lorraine (Quartierstrasse 17, 3013 Berna). Anche gli eventi informativi della Brasserie Lorraine sono accessibili alle sedie a rotelle. Cercheremo di organizzare le traduzioni in loco. Per i posti letto, inviare un’e-mail a nofides@immerda.ch


Violenza poliziesca razzista nel caso Oury Jalloh.

Ven. 12 agosto 2022, 20.00 al Brasssäli, Quartiergasse 17, 3013 Bern (Accessibile con sedia a rotelle)

17 anni fa, il richiedene l’asilo Oury Jalloh viene ucciso in modo brutale in una cella individuale del commissariato di Dessau (Germania). All’omicidio segue una storia incredibile di protezione degli autori, di dissimulazione e di repressione contro i/le* attivist* che chiedono il chiarimento del caso. Delle persone dell’ “Iniziativa Oury Jalloh” parleranno del loro lavoro di lunga durata, della loro campagna e della loro esperienza con le istituzioni che fanno uso della violenza. Questo caso mostra in modo esemplare quali siano le funzioni della polizia e della giustizia nel nostro sistema, chi viene protett*, quali persone sono colpite dalla violenza poliziesca e come le istituzioni stesse tentino di proteggersi dalla critica e dal confronto con la propria violenza”.
Info: https://initiativeouryjalloh.wordpress.com/


Di terrorismo e di persone pericolose – contro chi sono dirette le nuove leggi antiterrorismo?

Sab. 13 agosto 2022, 17.00, al Brasssäli, Quartiergasse 17, 3013 Bern (Accessibile con sedia a rotelle)

Con “Fides”, l’esercito e la polizia ripetono lo scenario di una “minaccia terroristica” di lunga durata. L’esercitazione militare si iscrive nel clima attuale di ossessione securitaria. Nei fatti, le leggi antiterrorismo negli Stati Uniti, in Europa occidentale e, da poco anche in Svizzera, permettono alla giustizia di adottare un numero sempre maggiore di misure atte a controllare e punire e contemporaneamente di sviluppare uno Stato di sorveglianza sempre più totale. Cosa si nasconde dietro il discorso sul “terrorismo” e le “persone pericolose”? Come sono apparsi questi concetti? Chi sono le persone minacciate dalle nuove leggi antiterrorismo svizzere? Quali sviluppi si possono osservare in altri paesi – come gli Stati Uniti – dove le leggi antiterrorismo sono in vigore da molto tempo?


Esercito, mascolinità e militanza.

Sab. 13 agosto 2022, 20.00 al Brasssäli, Quartiergasse 17, 3013 Bern (Accessibile con sedia a rotelle)

Come si sono sviluppate le mascolinità militarizzate e qual’è il loro legame con le società militarizzate ed il nazionalismo? Discuteremo insieme di queste questioni. Più importante ancora, in un secondo momento rifletteremo sul modo in cui queste mascolinità tossiche vengono riprodotte nei collettivi antiautoritari. Come si esprimono e cosa implica entrare in rottura radicale con questi modelli di mascolinità? Come agire?


Manif contro la violenza poliziesca, la militarizzazione e la sorveglianza.

Appuntamento domenica 14 agosto alle 15.00 alla  Schützenmatte, a Berna.

chiamata


Frontiera esterna dell’UE in Bosnia: sulla violenza ai confini e le lotte contro di essa.

Lun. 15 agosto, 19.00 al Brasssäli, Quartiergasse 17, 3013 Bern (Accessibile con sedia a rotelle)

“Rotta dei Balcani”: profilazione razziale e violenze poliziesche contro il movimento sociale della migrazione. “Ci troviamo qui perché eravate là”. La migrazione può essere letta come una pratica quotidiana di riapropriazione. La fortezza Europa si chiude a questo movimento sociale. La presentazione affronta la situazione attuale sulla rotta detta “dei Balcani”. La polizia locale alle frontiere e Frontex colpiscono le persone migranti con una violenza illegale che le priva dei propri diritti. Il punto di partenza della presentazione è il lavoro di solidarietà svolto sul posto alfine di sostenere la libertà di movimento di tutte le persone migranti.


Critical Mass (manifestatione in bici, ecc.)

Ma. 16 agosto 2022, 19.00 Thunplatz, Berna.

Prendiamo le strade con le nostre bici, rollers, trotinettes ecc. Con il vento tra i capelli, portiamo un po’ di vita e forse di caos nelle strade del quartiere delle ambasciate – e oltre, perché siamo veloci e agili.


Nuova legge di polizia nel canton Berna.

Me 17 agosto 2022, 19:30 Cinema Reitschule, Bern

„Scongiurare il pericolo“ è il compito principale della polizia in Svizzera. Le leggi di polizia cantonali stabiliscono quali compiti, al di fuori delle indagini sui reati, sono inclusi, come possono essere attuati e quali competenze ha la polizia di conseguenza. Con la nuova legge sulla polizia del Cantone di Berna, entrata in vigore il 1° gennaio 2020, queste possibilità sono state nuovamente ampliate.
Cosa è cambiato con la nuova legge sulla polizia? Cosa può fare la polizia e su quali basi legali può effettivamente basarsi per le sue azioni? Queste sono le domande affrontate in questa panoramica della nuova legge sulla polizia.


Gioco “guardie e ladri/e*”

Gio. 18 agosto 2022, 19.00 Falkenplatz , Berna.

Porta dei gadget divertenti per una serata dinamica.

Manifestazione

No fides – Manifestazione contro la violenza poliziesca, la militarizzazione e la sorveglianza.

Dal 15 al 19 agosto, la polizia e l’esercito organizzano a Berna l’esercitazione “Fides” (fiducia). Lo scenario assurdo di una “minaccia terroristica di lunga durata” viene usato per mettere in piedi la protezione delle “infrastrutture critiche”, come i centri di calcolo del settore dell’energia ed i centri di distribuzione di varie merci, o le importanti infrastrutture statali e dei trasporti.

La polizia e l’esercito vogliono presentarsi come delle istanze di fiducia e di protezione. Tuttavia, queste istituzioni patriarcali e razziste non solo difendono un’immagine reazionaria della mascolinità e dell’“alleanza maschile”, del “sangue e del suolo”, di una certa idea di presunta forza e onore, ma sorvegliano quotidianamente le frontiere, praticano la profilazione razziale e impongono dei voli di deportazione. In quanto braccio armato dello Stato, hanno l’obiettivo di difendere le condizioni attuali di dominio – se necessario con la violenza letale.

L’esercitazione “Fides” di quest’anno si concentra su una “minaccia terroristica di lunga durata”. Con il concetto di “terrorismo”, lo Stato ha creato da ormai molto tempo un’immagine del “nemico” per mezzo della quale viene negata con insistenza sempre maggiore la legittimità dei movimenti di resistenza e di sinistra, l’attivismo e la critica alle condizioni esistenti. L’inasprimento della legislazione facililita il lavoro della repressione contro le/gli* attivist* e le loro strutture. In Francia, per esempio, il governo ha classificato come minaccia terroristica oltre cento gruppi antifascisti rendendoli illegali. Le misure repressive rendono ormai estremamente difficile il lavoro antifascista. Questi sviluppi repressivi lasciano presagire la criminalizzazione di altri gruppi e movimenti in futuro. Per esempio, potrebbe essere mobilitato l’esercito nel caso in cui il movimento dei/delle* giovani per il clima dovesse mettere in atto dei blocchi al fine di portare una delle cause più urgenti all’attenzione del pubblico? La polizia e l’esercito verranno impiegate per combattere le attività antifasciste, seguendo la scia della banalizzione del fascismo in atto a livello mondiale?

Domenica 14 agosto, in apertura dell’esercitazione “Fides” di quest’anno, porteremo in strada le nostre idee e le nostre critica contro lo Stato, la polizia e l’esercito. Le restrizioni imposte dagli apparati repressivi dello Stato nella quotidianità sono massicce ed il mantenimento dei rapporti di forza strutturali sembra difficilmente attaccabile. Ma questo non ci impedisce di lottare e criticare le fondamenta stesse dello Stato in quanto istituzione ed il suo esercizio della violenza. E non ci impedisce nemmeno di difenderci dalla delegittimazione di noi stess*, del nostro pensiero e delle nostre lotte. Nessuno Stato, nessuna polizia, nessun esercito al mondo possono arrestare le nostre idee per una società senza repressione e senza violenza, senza discriminazione e senza oppressione.

Concentramento: domenica 14 agosto alle 15.00 sulla Schützenmatte a Berna.

No Fides – nessuna fiducia in sbirri, soldati o nello Stato!

Nota: questa manifestazione non sarà autorizzata. Chiedere un permesso per poter criticare la situazione attuale ci sembra assurdo, soprattutto in questo contesto. Siamo coscienti che le manifestazioni, in particolare quando non sono autorizzate, non siano una forma di azione accessibile a tutt*.

No Fides: Das Jahr 2020 – ein Virus trifft auf ein NATO Papier

Vom 15. bis 19. August halten Polizei und Armee in Bern die Übung «Fides» (Vertrauen) ab. Dagegen regt sich Widerstand.
Wir werden in den nächsten Wochen in unregelmässigen Abständen auf barrikade.info und auf unserem Blog Texte veröffentlichen, die wir zur Thematik lesenwert finden und welche möglicherweise als Grundlagen für Diskussionen dienen können. Dabei teilen wir nicht immer zu hundert Prozent alle Inhalte der publizierten Texte. Es geht uns in erster Linie darum, Grundlagen für Diskussionen zu schaffen.

Dieses Mal teilen wir den Text „Das Jahr 2020 – ein Virus trifft auf ein NATO Papier“, welcher im Dezember 2020 erstmals veröffentlicht wurde (z.B. hier: https://kontrapolis.info/1295/). Der Text stellt Militarisierung in den Kontext der repressiven Corona Massnahmen und bezieht sich dabei auf den Nato Bericht „Urban Operations in the year 2020“. Dazu gab es auch mal den Text „Militär in den Strassen“ der 2009 auf Italienisch und 2013 auf Deutsch erschienen ist. Da dieser etwas lange ist, würden wir ihn hier einfach noch verlinken: https://we.riseup.net/assets/206493/Milit%C3%A4r%20in%20den%20Stra%C3%9Fen.pdf

Vor 17 Jahren veröffentlichte die NATO ihren Bericht „Urban Operations in the Year 2020“, der eine strategische Neuausrichtung für den Krieg in Städten behandelt. In Zukunft sollen Städte nicht mehr durch die eigene Luftüberlegenheit dem Erdboden gleichgemacht werden, sondern möglichst funktionsfähig übernommen werden. Dies vor dem Hintergrund, dass die globalen Eliten weder auf das Leben in den Metropolen noch auf die dortigen Knotenpunkte der Macht verzichten wollen, und die umkämpften Städte dieses Jahrhunderts zunehmend in den NATO Staaten selbst prognostiziert werden.

Als Grundlage des Berichts dienen Erfahrungen, die bei der Intervention in Mogadischu 1993, den Unruhen in Los Angeles 1992, während der britischen Besatzung in Belfast, dem Bürgerkrieg in Beirut (wo US- ,französische und italienische Truppen 1983 hinaus gebombt wurden), den brasilianischen Favelas (wo immer noch paramilitärisch gegen die Bewohner*innen vorgegangen wird) und ähnlichen Orten gemacht wurden. Das entworfene Szenario geht davon aus, dass immer mehr Menschen in die Metropolen der sog. Dritten Welt strömen werden, weil dort ihre einzige Überlebenschance vor Hunger und Umweltkatastrophen scheint und ein erheblicher Anteil dieser Flüchtlinge irgendwann auch in den Metropolen der sog. Ersten Welt stranden wird, die gleichzeitig Schauplatz von Konkurrenz- und Verdrängungskämpfen innerhalb der einheimischen Gesellschaft werden. (1)

Der Bericht beginnt mit einer grundlegenden Offensichtlichkeit: Die menschlichen Müllkippen, die sich an den Rändern der Städte und zwischen ihnen befinden, stellen wahre Pulverfässer dar, dazu bestimmt, auf eine in ihren Effekten und Dynamiken schwer vorhersehbare Art und Weise zu explodieren, nicht allein was die Anzahl der möglichen Aufständischen und ihre Zusammensetzung betrifft, sondern auch aufgrund der komplizierten Gestaltung der heutigen Stadtgebiete.

Die ganze Geschichte dreht sich im Wesentlichen um die Fähigkeit der Streitkräfte, in Situationen mit asymetrischen Konflikten zu operieren, in denen der Feind nicht in einer regulären Armee organisiert ist, sondern in einer heterogenen Masse von „Irregulären“ besteht, die andererseits in der Lage sein könnten, moderne technologische Ausrüstungen einzusetzen. Der Bericht UO 2020 (2) bezeichnet folglich „asymetrische Bedrohungen, Technologieentwicklung und Einsätze in Städten“ als „grundsätzliche Charakteristika und mögliche Herausforderungen künftiger Einsätze der Allianz“. Es wird besonders betont, dass seit Jahren auffällt, dass „ein Aufständischer in überfüllten Städten freier und effektiver“ handeln kann, und „die Ordnungskräfte wiederholt, bei stark reduziertem Risiko angreifen“ kann.

In ihrem Bericht geht die NATO davon aus, nicht alleine militärisch in Städten vorzugehen. Eine Reihe weiterer Institutionen soll die Kontrolle des Gebietes sichern, das sind zivile Behörden, die Presse, Oppositionelle, natürlich die Polizei etc. Das gemeinsame Vorgehen muss rechtzeitig geübt werden und als erster Testlauf bot sich New Orleans an, wo der Hurrikan Katrina 2005 durch Überflutung der Stadt und der „Armenviertel“, einen Bevölkerungsaustausch ermöglichte. Zunächst wurde militärisch gegen Plünderer und Unruhen vorgegangen, dann wurden die „historischen“ schwarzen Einwohner*innen vom Zivilschutz außerhalb der Stadt angesiedelt, die für Besserverdiener komplett neu aufgebaut wurde.

Auch beim Erdbeben in den Abruzzen 2009 konnte die logistische Abteilung der italienischen Armee, die mit der Anwendung des Urban Operations 2020 Ansatzes betraut ist, ganze Arbeit leisten. Die Stadt Aquila mit 60.000 Einwohner*innen wurde zur Hälfte in Lager an der Küste evakuiert, von 70.000 Uniformträger*innen der verschiedenen Organe: Heer, Carabinieri, Gemeindepolizei, Rioteinheiten der Finanzpolizei, Forstpolizei und Zivilschutz. Der Zivilschutz ernannte in den Lagern Verantwortliche um die jeweilige Community besser kontrollieren zu können.

Auch wenn in Westeuropa den Herrschenden kein echtes Aufstandszenario droht – im Gegensatz zu den USA – geht staatliches Denken für Krisenfälle immer vom worst case aus. In den militärischen und polizeilichen Stäben liegen seit jeher Pläne für revolutionäre Eruptionen vor.

Nachdem die westlichen Industrienationen ihre gesetzlichen Bestimmungen über diverse Formen des Ausnahmezustands mit Verweis auf den islamistischen Terror seit 2001 sukzessive ausgebaut hatten, bot das Jahr 2020 mit dem Erscheinen von Covid-19 ganz neue Möglichkeiten eines Manövers unter realen Bedingungen. Und zwar genau solche, die eine völlige Kontrolle der Stadt im Sinn des NATO Berichts und damit verbundenen Vorstellungen von sicheren, investitionsfreundlichen Smart Cities ermöglichen sollen. In Madrid werden Leute auf der Straße von Drohnen angesprochen, wenn sie sich nicht an die Ausgangssperre halten. In Athen verfolgen Drohnen politische Treffen, die unter freiem Himmel stattfinden und für die Genehmigung zum Einkaufen muss eine SMS an den Staat geschickt werden. Wer in Pariser Banlieues lebt wird sechsmal wahrscheinlicher für Verstöße gegen Ausgangsbeschränkungen kontrolliert als im Zentrum. In Berliner Bezirken sind Gesundheitsämter mit Bundeswehrsoldaten und BKA Beamten zur Kontaktverfolgung Infizierter besetzt. Das und noch vieles mehr versehen mit der Aufforderung zu sozialer Distanzierung, ist natürlich ein Traum totalitärer Regime, an dessen Erfüllung noch vor einem Jahr niemand glaubte.

Die völlige Kontrolle über die Bewegung des/der Einzelnen, die autoritäre Zurichtung und steigendes Vertrauen in den Staat, die Ausschaltung jeder unerwünschten politischen Betätigung und das Entziehen aller Orte und Räume in denen konspiriert werden kann und sich Widerstand materialisiert, das sind die nicht mit militärischer Gewalt angestrebten Ziele des UO 2020 Berichts. Gleichzeitig ergeben sich Rückschlüsse über die Belastbarkeit der Gesundheitssysteme und der Wirtschaft sowie der Geduld der Bevölkerung. In der Stadt vermischt sich aus Sicht der Administration ein Kampfterrain mit den Investitionsfeldern und den eigenen Gated Communities. Die Vernachlässigung und Aufgabe von Vierteln aus politischen oder wirtschaftlichen Gründen, findet in der modernen Stadtplanung keinen Platz mehr. Der Staat, egal ob er in seiner Eigenschaft als NATO-Armee oder als Polizei, zivile Verwaltung etc. auftritt, folgt einer Doktrin, die jeder antagonistischen Tendenz den physischen Raum entziehen muss. Als antagonistisch können eingestuft werden: Wir, autonome/linksradikale/antifaschistische Strukturen und Hausprojekte, migrantische Communities, bedrängte Mieter*innen, informelle Organisierungen aller Art oder „Überflüssige“ die nicht zu verwerten sind. Der Raum, der zu entziehen ist um ihn durch die gewünschte gesellschaftliche Norm zu ersetzen, wird mit wenigen Worten kategorisiert: „sozialer Brennpunkt“, „No-Go-Area“, „Kriminalitätsbelasteter Ort“, „Gefahrengebiet“ , wobei es sich um Parks, besetzte Häuser, proletarische Stadtteile usw. handeln kann.

Corona ist natürlich keine Erfindung der NATO, die für Anfang des Jahres das Großmanöver Defender 2020 geplant hatte (und es schnell wegen des Virus beerdigte), sondern hat sich als Auslöser für die aktuellen Maßnahmen geradezu angeboten. Mit den im Lockdown erworbenen Erfahrungen werden zukünftige zivil-militärische Einsätze geführt werden. Die gegenwärtige Phase der präventiven Aufstandsbekämpfung ist nicht zufällig aufgetaucht, es waren bewusste Entscheidungen der Regierungen und ihrer Apparate, die öffentliche Gesundheitsversorgung (nicht ihre eigene private) zugunsten eines Ausbaus der Militär- und Repressionsorgane zu opfern. Dabei ist es schwer sich der orwellschen Sprachverdrehung in den Narrativen der Administration zu entziehen. Warum zum Teufel folgt das Bundesinnenministerium im Dezember 2019 und im Februar 2020 einem Hilferuf Chiles – ein Land in dem zeitgleich ein sozialer Aufstand explodiert – nach Aus- und Fortbildung der Carabineros und warum fliegt die Berliner Polizeipräsidentin mit ranghohen Beamten zum Pinochet Nachfolger? Antwort auf eine parlamentarische Anfrage: „ … damit die Wahrung des Versammlungsrechts und die Kommunikation als erstes Einsatzmittel an oberster Stelle stehen, um gewaltsame Konfrontationen zwischen Polizei und Versammlungsteilnehmenden zu minimieren.“ (3)

Das deckt sich völlig mit unseren Erfahrungen mit der Berliner Polizei, bei der bis heute weder ein einziger rechtsradikaler Einzelfall noch unerklärlicher Gewaltausbruch bekannt geworden sind.

Der Widerstand (Corona-Leugner und Verschwörungstheoretiker gehören nicht dazu) gegen die Ausnahmezustände unterschiedlicher Prägung variiert stark, ausschlaggebend für die sogenannten Corona Riots ist meistens ein lokaler Bezug. Dabei empfindet ein bestimmter Personenkreis in seinem sozialen Umfeld, die auferlegten Regeln der Behörden als unerträglich und wehrt sich. Meistens wird sich gegen staatliche Gewalt erhoben, seltener gegen prekäre Lebensbedingungen. Der Entzug von Räumen, seien es Wohnräume oder öffentliche Räume, durch die Polizei aber auch als Folge von Gentrifizierungsprozessen, führt dann zu Spannungen, wenn soziale Gefüge angegriffen werden und nicht nur vereinzelte Menschen betroffen sind.

Einige Beispiel aus diesem Jahr der Beschränkungen:

Trier, 6. April: In der Nordstadt wollen Beamte von Ordnungsamt und Polizei eine Personengruppe von einem Dutzend Leuten auflösen. Die wehren sich mit Böllern und Steinen.

Brüssel, 11. April: Um den Lockdown durchzusetzen jagen Streifenwagen im Stadtteil Anderlecht einen jugendlichen Mopedfahrer, der von einer Streife gerammt wird und stirbt. Darauf brechen Straßenschlachten zwischen Bewohner*innen und den Bullen aus.

Berlin, am 15. April wurde am Ende der Neuköllner Sonnenallee eine brennende Barrikade errichtet und eintreffende Streifenwagen mit Gegenständen beworfen – nicht das einzige Mal in diesem Frühjahr, ist dieser Kiez doch stark durch Polizeipräsenz belastet. Den ganzen Sommer hindurch werden Bullen in verschiedenen Parks mit vereinzelten Flaschen- und Steinwürfen bedacht, wenn sie Ansammlungen von Jugendlichen auflösen.

Paris, 20. April, Mehrtägige Unruhen in einigen Banlieues wegen Ausgangssperren. In Villeneuve-la-Garenne wird ein Motorradfahrer schwer verletzt, als ihn ein ziviles Polizeiauto rammt.

Dietzenbach/Hessen, 29. Mai: Nach Razzien in einer als „sozialer Brennpunkt“ bezeichneten Hochhaussiedlung im Spessartviertel, zünden Nachbar*innen Container und Bagger an. Eintreffende Bullen werden mit Steinen beworfen.

Stuttgart, 19. Juni: nach einem weiteren Angriff auf Jugendliche im Zentrum, liefern sich diese eine stundenlange Auseinandersetzung mit Bullen, Einkaufstraßen werden verwüstet und Geschäfte geplündert.

Göttingen, 20. Juni: ein Hochhauskomplex voller „Hartz 4 Empfänger und Migranten“ ist seit Tagen durch Zäune und Bullenkontingente von der Außenwelt abgeriegelt, Corana Quarantäne. An einem Samstag Nachmittag kommt es zum Aufstand und die Bewohner*innen bewerfen die Bullen mit Gegenständen aller Art.

Frankfurt, Nacht zum 19. Juli: Auf dem Opernplatz werden Bullen aus einer Menge von etwa 500 bis 800 Menschen heraus massiv mit Flaschen beworfen. Auslöser waren rassistische Kontrollen der Bullen und ihre Angriffe auf feiernde Jugendliche. Bereits zu Ostern waren Streifenwagen in den „sozialen Brennpunkten“ Gallus und Griesheim mit Steinen, Eisenstangen und Dachlatten empfangen wollen, als sie das Corona-bedingte Abstandsgebot durchsetzen wollten.

Den Haag, Mitte August, drei Nächte hintereinander greifen Jugendliche die Polizei mit Steinen und Feuerwerk an, errichten Barrikaden und brennen ein Geschäft nieder. Laut Bürgermeister, der einen Ausnahmezustand ausruft, kommen die Leute aus dem Viertel Schilderswijk, also arm, migrantisch, von rassistischen Kontrollen genervt. Unterstützung erhalten sie auch aus anderen Kiezen. Zeitgleich gibt es Rioting in Utrecht, meldet die niederländische Presse besorgt. Eine Hitzewelle soll der Auslöser gewesen sein.

Grundlage der diversen Konfrontationen mit den Bullen im Jahr 2020 war eine diffuse Kooperationsverweigerung von Menschen, die sich entweder in ihren Kiezen bedrängt sahen, oder schon ausgewichen auf zentrale Plätze und Parks auch dort auf die Arroganz der Macht trafen.

Hier deutet sich die Bedingungen an, die wir als Rebell*innen herstellen sollten, um anziehenderes zu bieten als die Angst, die die Herrschenden als Medizin verbreiten:

„Sollten die hier vorgeschlagenen Maßnahmen zur Eindämmung und Kontrolle der Covid-19-Epidemie nicht greifen, könnten im Sinne einer „Kernschmelze“ das gesamte System in Frage gestellt werden. Es droht, dass dies die Gemeinschaft in einen völlig anderen Grundzustand bis hin zur Anarchie verändert. (…) Um die gewünschte Schockwirkung zu erzielen, müssen die Auswirkungen einer Durchseuchung auf die Gesellschaft verdeutlicht werden: 1) Viele Schwerkranke werden von ihren Angehörigen ins Krankenhaus gebracht, aber abgewiesen, und sterben qualvoll um Luft ringend zu Hause. Das Ersticken oder nicht genug Luft kriegen ist für jeden Menschen eine Urangst. 2) Kinder werden sich leicht anstecken. Wenn sie dann ihre Eltern anstecken, und einer davon qualvoll stirbt und sie das Gefühl haben, Schuld daran zu sein, weil sie z.B. vergessen haben sich nach dem Spielen die Hände zu waschen, ist es das Schrecklichste, was ein Kind je erleben kann. (…) Ausserdem sollte auch historisch argumentiert werden, nach der mathematischen Formel 2019 = 1919 + 1929“

– BMI Corona Strategiepapier (4)

Solidarische Nachbarschaften und ähnliche soziale Kollektive müssen sich Räume und Orte nehmen, die sich für den Widerstand in diesem sozialen Krieg eignen; dadurch das wir dort zahlreich sind und übereinstimmen in der Notwendigkeit diese Gebiete zu verteidigen, gegen ein System welches nur das vereinsamte Starren auf einen Bildschirm in den Phasen der Regeneration zwischen der Arbeit und Zerstreuung um jeden Preis bietet. Übrigens wurden (temporäre) autonome Zonen bereits 2013 in einem Text mit dem Titel „Sind wir im sozialen Krieg?“ (1) vorgeschlagen, der aus dem Widerstand gegen das Gefechtsübungszentrum der Bundeswehr (GÜZ) und den Bericht UO 2020 kam. Was in der damaligen Phase der europaweiten Unruhen gegen die Wirtschaftskrise verlockend erschien, wurde doch kaum realisiert. (Temporäre) autonome Zonen wurden in Städten kaum reklamiert, brachen schnell unter Druck zusammen (Exarchia/Athen 2019), beschränken sich auf wenige Quadratmeter (Rigaer Straße/Berlin) oder Orte wie Connewitz/Leipzig und erlangen erst durch überraschende Krawalle wie in den o.g. Beispielen Aufmerksamkeit.

Unser Verhältnis zu Territorien in einer Stadt drückt sich in zwei verschiedenen Varianten aus. Noch werden Orte verteidigt, in denen Menschen auch wohnen oder die sie anderweitig für ihr soziales Leben nutzen. Wo diese Räume schon verloren sind, weichen Menschen in die seelenlosen Zentren aus, deren Einkaufsstraßen bei Konfrontationen natürlich zerstört werden, weil es hier nichts mehr zu verteidigen gibt. Vor diesem Paradigmenwechsel steht auch die autonome Szene in Berlin. Wenn die von Senat und Bullen angestrebte völlige Beseitigung unserer Treffpunkte, Projekte und solidarischen Nachbarschaften umgesetzt sein wird, gibt es nichts mehr zu verteidigen. Die Stadt wird dann lediglich noch als feindliche Umgebung wahrgenommen werden, die keinen lebenswerten Ort mehr anbietet. Zulauf werden jene Stimmen bekommen, die jetzt schon als einzige Option die Zerstörung der Stadt sehen.

Das Jahr 2020 hat in Europa einen so starken Druck auf anarchistische und linksradikale Strukturen gebracht, dass wir nur selten aus der Defensive heraus gekommen sind. An anderen Orten hat es unerwartete Aufstände gegeben und auch in manchen Metropolen hier brodelt die Unzufriedenheit. Es reicht nicht darauf zu warten, dass das System die Schraube überdreht oder sich nur noch den Aluhüten entgegenzustellen. Es ist Zeit Räume in der Stadt zu besetzen oder mit der Zerstörung der Stadt zu beginnen.

(1) Militär in den Straßen – Einige Fragen zum NATO-Bericht „Urban Operations in the Year 2020“ , Eigendruck, Berlin 2013

(2) https://www.inventati.org/apm/penale/materiali/TR-071-$$ALL.pdf

(3) Abgeordnetenhaus Berlin, Drucksache 18 / 25 122, schriftliche Anfrage des Abgeordneten Nikklas Schrader (Linke), 29.09.2020

(4) https://fragdenstaat.de/dokumente/4123-wie-wir-covid-19-unter-kontrolle-bekommen/

Manifestation

No Fides – Manifestation contre la violence policière, la militarisation et la surveillance

Du 15 au 19 août, la police et l’armée organisent à Berne l’exercice „Fides“ (confiance). Le scénario absurde d’une „menace terroriste de longue durée“ doit permettre d’entraîner la protection des „infrastructures critiques“, comme les centres de calcul du secteur de l’énergie et les centres de distribution de diverses marchandises, ainsi que les infrastructures importantes de transport et gouvernementales.

La police et l’armée veulent se présenter comme des instances de confiance et de (protection). Pourtant, ces institutions patriarcales et racistes ne se contentent pas de défendre une image réactionnaire de la virilité et des „ligues masculines“, du „sang et du sol“, de la force et de l’honneur supposés, elles surveillent aussi quotidiennement les clôtures frontalières, pratiquent le profilage racial et imposent des vols de refoulement. En tant que bras armés de l’Etat, ils ont pour objectif de défendre les conditions dominantes – si nécessaire avec une violence mortelle.

Dans l’exercice „Fides“ de cette année, il est question d’une „menace terroriste de longue durée“. Mais avec la notion de „terrorisme“, l’Etat crée depuis longtemps déjà une image de l’ennemi, sous laquelle les mouvements de résistance et de gauche se voient de plus en plus refuser la légitimité de leur activisme et de leur critique des conditions existantes. Le durcissement de la législation facilite le travail des institutions répressives contre les activistes et leurs structures. En France, par exemple, le gouvernement a classé plus de cent groupes antifascistes comme menace terroriste et les a interdits dans la foulée. Les mesures répressives rendent désormais le travail antifasciste extrêmement difficile. Ces développements soulèvent la question de savoir quels groupes et mouvements seront criminalisés à l’avenir. Par exemple, l’armée sera-t-elle activée à l’avenir si la jeunesse pour le climat mène des actions de blocage afin de porter l’une des causes les plus urgentes à l’attention du public ? La police et l’armée combattront-elles à l’avenir le travail antifasciste, faisant ainsi le jeu d’une banalisation mondiale du fascisme ?

En ouverture de la „Fides“ de cette année, nous porterons dans la rue, le dimanche 14 août, nos différentes préoccupations et nos critiques envers l’État, la police et l’armée. Les restrictions imposées par les organes répressifs de l’Etat dans notre quotidien sont massives et le maintien des rapports de force structurels semble difficilement attaquable par la protection desdites institutions. Mais cela ne nous empêche pas de critiquer fondamentalement l’État en tant qu’institution et ses organes qui exercent la violence. Et cela ne nous empêche pas non plus de nous défendre contre la délégitimation de nous-mêmes, de nos pensées et de nos luttes. Aucun État, aucune police, aucune armée au monde ne peut arrêter nos idées d’une société sans répression et sans violence, sans discrimination et sans oppression.

Rassemblement le dimanche 14 août à 15h00 sur la Schützenmatte, Berne.

No Fides – Don’t trust cops, soldiers nor the state !

Note de bas de page : cette manifestation ne sera pas autorisée. Demander la permission pour pouvoir critiquer la situation actuelle nous semble absurde, surtout dans ce contexte. Nous sommes conscients que les manifestations en elles-mêmes, et en particulier lorsqu’elles ne sont pas autorisées, ne sont pas une forme d’action accessible à tous.

Programme


Du 12 au 19 août, il y aura un point d’information à la Brasserie Lorraine (Quartierstrasse 17, 3013 Berne). Les séances d’information à la Brasserie Lorraine sont également accessibles en fauteuil roulant. Nous essaierons d’organiser des traductions sur place. Pour les places de couchage, demander par mail à nofides@immerda.ch


Violence policière raciste dans le cas d’Oury Jalloh

Ve. 12 août 2022, 20 h au Brasssäli, Quartiergasse 17, 3013 Berne (accessible en fauteuil roulant)

Il y a 17 ans, le demandeur d’asile Oury Jalloh est assassiné de la manière la plus brutale dans une cellule individuelle du commissariat de Dessau.
Ce qui s’ensuit est une incroyable histoire de protection des auteurs, de dissimulation et de répression contre les militant.e.s qui demandent l’élucidation du cas.

Les membres de l'“Initiative Oury Jalloh“ parlent de leur travail de longue haleine, de leur campagne et de leurs expériences avec les institutions qui font usage de la violence. Le cas montre de manière exemplaire quelles sont les fonctions de la police et de la justice dans notre système, qui est protégé.e et quelles personnes sont concernées par la violence policière et comment les institutions elles-mêmes tentent de se protéger de la critique et de la confrontation avec leur propre violence“.

https://initiativeouryjalloh.wordpress.com/


Un regard sur la militarisation des frontières extérieures de l’UE

Sa. 13 août 2022, 14 h au Brasssäli, Quartiergasse 17, 3013 Berne (accessible en fauteuil roulant)

Alarm Phone / NoFrontex / AbolishFrontex

L’Europe mène une guerre contre la migration. Mais qu’est-ce que cela signifie dans la pratique ? Cette intervention donnera un aperçu de la militarisation des routes migratoires autour de la Méditerranée du point de vue d’Alarm Phone et de regroupements résistants comme NoFrontex et AbolishFrontex. Un regard sur les différentes routes montre que différentes stratégies sont utilisées à cet effet. Dans la mer Égée, entre la Grèce et la Turquie, un régime de violence de plus en plus visible s’est mis en place ces dernières années sous la forme de pushbacks et de violences massives, exécutées par les garde-côtes grecs avec le soutien de Frontex et sous les yeux de l’OTAN. Des pushbacks systématiques ont également lieu en Méditerranée centrale entre la Libye et l’Italie. Pour ce faire, l’Europe arme et équipe des milices locales sous le couvert des garde-côtes libyens. Et en Méditerranée occidentale, la coopération avec le Maroc s’intensifie – ce qui a récemment culminé avec le massacre devant Melilla. Cette évolution est liée à des processus de militarisation et à une brutalisation du débat : la migration est considérée comme une menace militaire, à laquelle on répond par un réarmement en Europe et bien au-delà. Frontex, l’agence de protection des frontières militarisée de l’UE, à laquelle la Suisse participe également, joue un rôle central dans ce processus. Son bureau de liaison se trouve à Berne, auprès de l’Office fédéral des douanes et de la sécurité des frontières. C’est de là que sont envoyés les gardes-frontières, mais c’est aussi là que transitent les informations, par exemple par le réseau de surveillance Eurosur de Frontex, qui collecte des données sur les mouvements migratoires à l’aide de drones, de caméras, de drones de surveillance, d’avions et même de ses propres satellites, et qui les distribue à ses États membres.


Du terrorisme et des personnes dangereuses – contre qui les nouvelles lois antiterroristes sont-elles dirigées ?

Sa. 13 août 2022, 17 h au Brasssäli, Quartiergasse 17, 3013 Berne (accessible en fauteuil roulant)

Avec „Fides“, l’armée et la police répètent le scénario d’une „menace terroriste“ de longue durée. L’exercice militaire s’inscrit ainsi dans l’obsession sécuritaire qui sévit. En effet, les lois antiterroristes aux Etats-Unis, en Europe occidentale et, depuis peu, en Suisse, permettent à la justice de prendre de plus en plus de mesures pour contrôler et punir, et en même temps de développer l’Etat de surveillance de manière toujours plus complète.

Que se cache-t-il derrière les discours sur le „terrorisme“ et les „personnes dangereuses“ ? Comment ces notions sont-elles apparues ? Qui sont les personnes menacées par les nouvelles lois antiterroristes suisses ? Et quels développements peut-on observer dans d’autres pays – comme les États-Unis – où des lois antiterroristes sont en vigueur depuis longtemps ?


Armée, masculinité et militantisme

Sa. 13 août 2022, 20 heures au Brasssäli, Quartiergasse 17, 3013 Berne (accessible en fauteuil roulant)

Comment les masculinités militarisées se sont-elles développées et quel est leur lien avec les sociétés militarisées et le nationalisme ? Nous nous pencherons ensemble sur ces questions. Plus important encore, nous réfléchirons dans un deuxième temps à la manière dont ces masculinités toxiques sont reproduites dans les structures antiautoritaires. Comment s’expriment-elles et qu’est-ce qui implique exactement une rupture radicale avec de telles masculinités ? Comment y arriver ?


Manif contre la violence policière, la militarisation et la surveillance

Rassemblement le dimanche 14 août à 15h à la Schützenmatte, Berne.

Appel


„Route des Balkans“ : profilage racial et violences policières contre le mouvement social de la migration

Lu. 15 août 2022, 19 h au Brasssäli, Quartiergasse 17, 3013 Berne (accessible en fauteuil roulant)

„Nous sommes ici parce que vous étiez là-bas“ La migration peut être lue comme une pratique quotidienne de réappropriation. La forteresse Europe se ferme à ce mouvement social. L’exposé donne un aperçu de la situation actuelle sur la route dite des Balkans. Les policiers locaux aux frontières et Frontex réagissent aux migrants par une violence frontalière illégale qui les prive de leurs droits. Le point de départ de l’exposé est le travail de solidarité sur place afin de soutenir la liberté de mouvement de tous les migrants.


Critical Mass (manifestation de cyclistes)

Ma. 16 août 2022, 19 h Thunplatz, Berne

Nous prenons la route avec nos vélos, rollers, trottinettes et autres engins préférés. Avec le vent dans les cheveux, nous apportons de la vie et peut-être un peu de chaos dans les rues du quartier des ambassades – et au-delà, car nous sommes rapides et agiles.


Input sur la loi sur la police du canton de Berne

Me 17 août 2022, 19:30h cinéma Reitschule, Berne

Exposé et discussion avec l’AntiRep Berne

En Suisse, la „prévention des dangers“ est en premier lieu du ressort de la police. Les lois cantonales sur la police définissent quelles tâches – en dehors de l’élucidation des délits – cela comprend, comment elles peuvent être mises en œuvre et quelles compétences la police a ainsi. La nouvelle loi sur la police du canton de Berne, qui est entrée en vigueur le 1er janvier 2020, a une fois de plus étendu ces possibilités.

Qu’est-ce qui a changé avec la nouvelle loi sur la police ? Que peut faire la police et sur quelles bases légales peut-elle s’appuyer pour agir ? Telles sont les questions abordées dans cet aperçu de la nouvelle loi sur la police.


Jeu des voleurs et de la police

Jeu. 18 août 2022, 19 h Falkenplatz , Berne

apporte des gadgets amusants pour une soirée dynamique

agenda


From August 12-19, there will be an info point at Brasserie Lorraine (Quartierstrasse 17, 3013 Bern). The info events at Brasserie Lorraine are also wheelchair accessible. We will try to organize translations on site. For sleeping places please send an email to nofides@immerda.ch.


Racist police violence in the Oury Jalloh case

Fri. Aug. 12, 2022 8 p.m. at Brasssäli, Quartiergasse 17, 3013 Bern (Wheelchair accessible)

17 years ago, the asylum seeker Oury Jalloh was brutally murdered in a solitary cell at the police station in Dessau.
What followed was an unbelievable story of protection of the perpetrators, cover-up and repression against the activists who demanded the investigation of the case.

Members of the „Initiative Oury Jalloh“ talk about their years of work, their campaign and their experiences with the institutions that use violence. The case shows exemplarily which functions police and justice take in our system, who is protected and which persons are affected by police violence and how the institutions try to protect themselves from criticism and the confrontation with their own violence.“

https://initiativeouryjalloh.wordpress.com/


A look at the militarization of the EU’s external borders.

Sat. Aug. 13, 2022, 2 p.m. at Brasssäli, Quartiergasse 17, 3013 Bern (Wheelchair accessible)

Alarm Phone / NoFrontex / AbolishFrontex

Europe is waging a war on migration. But what does this mean in reality? This input gives a look at the militarization of migration routes around the Mediterranean from the perspective of Alarm Phone and resistant alliances like NoFrontex and AbolishFrontex. A look at different routes towards europe shows that various strategies are being used. In the Aegean Sea, between Greece and Turkey, an increasingly publicly visible regime of violence has emerged in recent years in the form of pushbacks and associated with massive violence, carried out by the Greek coast guards with the support of Frontex and under the eyes of NATO. Systematic pushbacks are also taking place in the central Mediterranean between Libya and Italy. To this end, Europe is arming and equipping local militias under the guise of the Libyan coast guard. And in the western Mediterranean, cooperation with Morocco is intensifying – culminating recently in the massacre off Melilla. This development is linked to processes of militarization and a brutalization of the debate: Migration is seen as a military threat that is being countered with armaments in Europe and far beyond. Central to this is Frontex, the militarized border protection agency of the EU, in which Switzerland is also involved. Its liaison office is in Bern, at the Federal Office of Customs and Border Security. Border guards are dispatched from there, but information also flows there, for example, through Frontex’s Eurosur surveillance network, which uses drones, cameras, surveillance zeppelins, aircraft, and even its own satellites to collect data on migration movements and distribute its member states


Of Terrorism and Threats – who are the new antiterrorism laws targeting?

Sat. 13 August 2022, 5 p.m. at Brasssäli, Quartiergasse 17, 3013 Bern (Wheelchair accessible)

With „Fides“, the army and the police are rehearsing the scenario of a long-lasting „terrorist threat“. The military exercise is thus part of the rampant security mania. Anti-terrorism laws in the USA, in Western Europe and, more recently, in Switzerland are enabling the judiciary to take more and more measures to control and punish, and are expanding the surveillance state more and more seamlessly.

What is behind the discourse around „terrorism“ and „dangerous persons“? How did these terms come into being? Who is threatened by the new Swiss anti-terror laws? And what developments can be observed in other countries – such as the USA – where anti-terrorism laws have been in force for some time?


Military, Masculinity and Militancy

Sat. August 13, 2022, 8 p.m. at Brasssäli, Quartiergasse 17, 3013 Bern (Wheelchair accessible)

How have militarized masculinities emerged and how are they related to militarized societies and to nationalism? We will explore these questions together. More importantly, in a second step, we will reflect on how these toxic masculinities are reproduced in anti-authoritarian structures. How do they manifest themselves and what exactly involves a radical break with such masculinities? How do we get there?


Demonstration against police violence, militarization and surveillance

Gathering on Sunday, August 14 at 3:00 p.m. at the Schützenmatte.

call


„Balkan Route“: Racial Profiling and Police Violence against the Social Movement of Migration

Mon. 15. August 2022, 7 p.m. at Brasssäli,  Quartiergasse 17, 3013 Bern (Wheelchair accessible)

„We are here because you were there“ Migration can be read as an everyday practice of re-appropriation. Against this social movement, Fortress Europe is closing itself off. The input offers an insight into the current situation on the so-called Balkan route. There, local border police and Frontex react to migrants with illegal, disenfranchising border violence. The starting point for the input is solidarity work on the ground to support the freedom of movement of all migrants.


Critical Mass (Velodemo)

Di. 16 August 2022, 7p.m. Thunplatz, Bern

We take to the streets on our bikes, rollerblades, scooters and other favorite vehicles. With the wind blowing in our hair, we bring life and maybe a bit of traffic chaos to the streets of the embassy district – and beyond, after all we are fast and agile.


New Police Law of the Canton of Bern

Wed. 17. August 2022, 7:30p.m. Cinema Reitschule, Bern

Lecture and discussion with the AntiRep Bern

“ Preventing danger“ is first and foremost the task of the police in Switzerland. Which tasks – outside of the investigation of criminal acts – this includes, how these may be implemented and which competences the police have as a result are regulated in the cantonal police laws. With the new police law of the canton of Bern, which came into force on January 1, 2020, these possibilities have once again been expanded.

What has changed with the new police law? What is the police allowed to do and what legal basis can they actually rely on in their actions? These are the questions addressed in this overview of the new Police Act.


Street Game: „robbers and cops“

Thu. 18 August 2022, 7 pm Falkenplatz

Bring fun gadgets for a dinamic eve

No Fides

No Fides – mai fidarsi di sbirri, soldati e Stato!

Dal 15 al 19 agosto, la polizia e l’esercito effettueranno l’esercitazione Fides (fiducia) a Berna.

L’esercitazione consisterà nell’assicurare la protezione di “infrastrutture sensibili”, ad esempio i centri importanti di energia, trasporti, simulando uno scenario di “minaccia terroristica di lunga durata”.

Questo esercizio significa molto di più di un delirio (molto distante dalla realtà) di qualche fanatico della sicurezza. In un’epoca in cui le guerre e le crisi del capitalismo sono diventate uno stato di cose permanente e la catastrofe climatica è diventata una realtà, è inevitabile che i governanti assicurino i propri profitti e il loro potere. Le rivolte e le proteste in corso in tutto il mondo dimostrano come molte persone stiano lottando per una vita migliore e non vogliano più accettare lo sfruttamento e la distruzione dell’ambiente.

Con l’operazione Fides, l’esercito e la polizia svizzeri si preparano a un possibile futuro: con il pretesto di garantire la sicurezza della popolazione, si addestrano alla contro-insurrezione per proteggere il potere, la proprietà e l’”economia svizzera”.

Il fatto che lo scenario scelto sia quello della “minaccia terroristica”, subito dopo l’entrata in vigore delle nuove leggi antiterrorismo, non sorprende affatto.

La parola “terrorismo” non solo diffonde la paura diffusa di un nemico invisibile per giustificare un maggiore controllo, ma scredita come “terrorist*” anche tutt* coloro che mettono radicalmente in discussione il governo e lottano per il cambiamento sociale.

È chiaro che l’esercito e la polizia sono patriarcali e razzisti, se vengono usate come istituzioni armate di un sistema patriarcale e razzista. Lo si può vedere, ad esempio, nell’attacco militare alla migrazione alle frontiere esterne e interne dell’Europa. Lo si vede anche nell’immagine del tipico soldato: un uomo bianco, armato, conservatore di destra – un’immagine per nulla rassicurante in una società in cui si verifica in media un femminicidio ogni due settimane.

L’esercito e la polizia non ci proteggono, ma proteggono un mondo basato sullo sfruttamento, se necessario con la forza letale. Combattiamo contro tutto questo con i nostri valori di solidarietà e mutuo appoggio. Sabotiamo e disturbiamo Fides in moleplici modi!

Restate sintonizzat*

No Fides

From August 15 to 19, the police and military exercis „Fides“ (trust) will take place in Bern. Using the scenario of a „long-lasting terrorist threat“, the aim of the exercise is to train the protection of the „critical infrastructure“, such as major energy, transportation and government centers.

This exercise is far more than the unrealistic fantasies of a few security fanatics. At a time when wars and crises of capitalism have become a permanent state and when climate catastrophe has become a reality already, it is inevitable for the leaders to ensure their profits and power. The various uprisings and protests are evidence of how many people around the world are fighting for a better life and are no longer willing to accept exploitation and the destruction of their livelihoods.

With „Fides“, the Swiss military and police are preparing themselves for a possible future. In the guise of ensuring security for the population, they are actually training counterinsurgency operations to protect the general power relations and property situations as well as „the business location Switzerland“.

The fact that the scenario of a „terrorist threat“ is being rehearsed only recently after the new anti-terrorism laws came into force is not at all surprising. The buzzword „terrorism“ doesnt only stir up a diffuse fear of an invisible enemy in order to justify more control. At the same time, it has always served governments to discredit as „terrorists“ all those who radically question them and fight for social change.

Being the armed arms of a patriarchal and racist system, the army and police are also necessarily patriarchal and racist. This is evident, for example, in the military assault on migration at Europe’s external and internal borders. It is evident in the image of the common soldier: a white, right-wing conservative, armed man – not necessarily a reassuring image in a society where a feminicide occurs on average every two weeks.

The army and the police do not protect us, but a world based on domination and exploitation – with deadly force, if necessary. Let’s fight against it with our values of solidarity and mutual help! Let’s sabotage and disrupt „Fides“ in many ways!

Stay tuned!

 

 

 

No Fides

Di navbera 15-19ê Tebaxê de polîs û artêş li Bernê tetbîqata „Fides“ (bawerî) li dar dixe. Senaryoya „tehdîdeke terorîstî ya demdirêj“ ji bo perwerdekirina parastina „binesaziya krîtîk“, wek enerjî, veguhestin û navendên hikûmetê yên girîng e. Ev îdman ji fanatîzma nerealîst a hin fanatîkên ewlehiyê pir wêdetir e: Di demekê de ku şer û krîzên kapîtalîzmê mayinde bûne û karesata avhewayê jixwe rastiyek e, kesên desthilatdar bi neçarî bi dabînkirina qazanc û hêza xwe re mijûl dibin.

Ji ber ku serhildan û xwepêşandanên curbecur nîşan didin mirovên li cîhanê ji bo jiyaneke baştir têdikoşin û êdî naxwazin îstîsmar û wêrankirina debara jiyana xwe qebûl bikin. Bi «Fides» re, leşker û polîsên Swîsre jî ji bo pêşerojeke muhtemel xwe amade dikin. Di bin navê dabînkirina ewlehiyê ji bo gel, ew perwerdehiya dijberî serhildanê dikin da ku hevsengiya giştî ya hêz û milk û her weha „Swîsre wekî cîhek karsaziyê“ biparêzin. Ne ecêb e ku senaryoya „tehdîdeke terorîstî“ ya dijî-terorê tenê bi van qanûnên nû yên vê dawiyê ketine meriyetê têne ceribandin. Ji ber ku dirûşma „terorîzm“ ne tenê tirsek nezelal ji dijminekî nexuyayî diafirîne da ku bêtir kontrol bike; di heman demê de, her dem xizmet ji hukûmetan re kiriye ku hemû kesên ku bi awayekî radîkal wan dipirsin û ji bo serhildana civakî şer dikin wekî „terorîst“ tawanbar bikin.

Weke milên çekdar yên sîstemeke baviksalarî û nîjadperest, diyar e ku saziyên artêş û polîsan tenê dikarin baviksalarî û nîjadperest bin.

Ev yek ji bo nimûne, di êrişa leşkerî ya li ser koçberiyê ya li ser sînorên derve û hundirê Ewropayê de tê dîtin. Ew di wêneyê leşkerê hevpar de tê xuya kirin: zilamek spî, rastgir, çekdar – ne tam wêneyek dilnizm e di civakekê de kêmzêde di du hefteyan de carekê jinkujî pêk tê.

Artêş û polîs me naparêzin, heke hewce bike ew cîhaneke bi serdestî û îstîsmarê diparêzin. Werin em bi nirxên xwe yên hevgirtin û alîkariya hev li dijî vê têbikoşin. Werin em «Fides»‘ê bi gelek awayan sabote bikin û têk bibin!

Demonstration

No Fides – demonstration against police violence, militarization and surveillance

From August 15 to 19, the police and the army will hold the exercise „Fides“ (trust) in Bern. With the absurdly constructed scenario of a „long-lasting terrorist threat“, the protection of „critical infrastructure“ is to be trained, such as data centers of the energy industry and distribution centers of various goods, as well as important transport and government infrastructures.

The police and military want to portray themselves as trustworthy and protective. But these patriarchal and racist institutions not only represent a reactionary image of masculinity and „male alliances,“ of „blood and soil,“ of supposed strength and honor, but also guard border fences on a daily basis, practice racial profiling, and enforce deportation flights. As the armed arms of the state, they are geared to defend the prevailing conditions – if necessary with lethal force.

This year’s „Fides“ exercise speaks of a „long-lasting terrorist threat.“ But the state has long used the term „terrorism“ to create an image of the enemy, under which resistant and left-wing movements are increasingly denied the legitimacy for their activism and their criticism of existing conditions. Stricter legislation simplifies the work of repressive institutions against activists and their structures. In France, for example, the government classified over a hundred anti-fascist groups as terrorist threats and banned them at the same time. The repressive measures are now making anti-fascist work fundamentally more difficult. These developments raise the question of which groups and movements will be criminalized in the future. For example, will the military be activated in the future when the climate youth carry out blockade actions to bring one of the most urgent concerns to the public? Will in the future the police and the army fight against anti-fascist work and thus play into the hands of a worldwide trivialization of fascism?

To kick off this year’s „Fides“, we will take our various concerns and our critique of the state, police and military to the streets on Sunday, August 14. The restrictions by the repressive state organs in our everyday life are massive and the preservation of the structural power relations seems to be difficult to attack through the protection of the said institutions. But this does not prevent us from fundamentally criticizing the state as an institution and its organs that exercise violence. Nor does it prevent us from resisting the delegitimization of ourselves, our thoughts, and our struggles. No state, no police and no military of this world can stop our ideas of a society free of repression and violence, without discrimination and oppression.

Gathering on Sunday, August 14 at 15:00 on the Schützenmatte.

No Fides – never trust cops, soldiers or the state!

Footnote: This demonstration will not be authorized. We consider it absurd to ask for permission to criticize the prevailing conditions, especially in this context. We are aware that demonstrations in themselves, and especially when they are not authorized, are not a form of action accessible to all.